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I dati sul recupero crediti nel 2016

Torniamo a parlare di fatture non pagate e del comportamento delle imprese italiane nel settore del recupero crediti.

I dati forniti dal VII Rapporto di Unirec (associazione che raggruppa la maggior parte delle Società di Recupero Crediti in Italia), ci segnalano che nel 2016, le pratiche affidate in Italia ai service di recupero sono state 35,6 milioni.

Ovviamente non è possibile fare di tutta l’erba un fascio e occorrerebbe distinguere e suddividere queste posizioni. Anzianità dei crediti, valore delle pratiche e mercato di riferimento, rappresentano elementi distintivi molto importanti. Di conseguenza le posizioni affidate al recupero hanno caratteristiche molto diverse tra loro.

Ad esempio, le pratiche di recupero crediti del settore bancario differiscono decisamente dai crediti di tipo commerciale che riguardano fatture non pagate.

Le varie tipologie di crediti commerciali

Il credito commerciale deve essere tenuto distinto dal credito finanziario. Il primo è generato da fatture non pagate, mentre il secondo riguarda crediti sorti a causa di prestiti e finanziamenti non rimborsati.

Ne ho già fatto cenno in un mio precedente articolo sul recupero crediti come funziona.

Nell’ambito del credito commerciale, inoltre, esistono 3 diverse tipologie di rapporti. Per comodità prenderò a prestito alcune abbreviazioni anglosassoni, ormai molto in voga anche dalle nostre parti:

1. Business to public (B2P)

La prima è quella dei crediti delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, per esempio nel settore edile ed in quello sanitario.

In questa categoria, quindi, il cliente è soggetto pubblico. Ciò avviene quando, attraverso le procedure di legge, la P.A. stipula contratti e assume obbligazioni verso un fornitore privato.

Le aziende che lavorano con la P.A. sanno che avranno raramente problemi di fatture non saldate. Semmai qui il problema maggiore è quello dei tempi lunghi di pagamento.

2. Business to consumer (B2C)

La seconda categoria è quella dei crediti verso i consumatori. Per consumatore si intende un soggetto privato che contrae una obbligazione per soddisfare un’esigenza di natura diversa da quella aziendale o commerciale.

Quindi non è tanto importante vedere che lavoro svolge abitualmente. Piuttosto occorre vedere per quali scopi è stato concluso il contratto dal quale è originato il rapporto di credito/debito.

Per esempio, un titolare d’azienda che attiva un’utenza domestica di fornitura di gas per casa sua, agisce in qualità di consumatore e non come professionista.

La parte del leone nel settore del recupero crediti B2C, infatti, viene fatta dalle cosiddette “utilities”. Le utilities sono, in prtatica, le utenze di luce, acqua, gas, telefonia ecc. fornite dalle grandi compagnie dei relativi comparti.

3. Business to business (B2B)

La terza, ed ultima, è quella dei crediti che sorgono nel rapporto tra due (o più) imprese. Qui si parla di business to business in quanto ad una azienda che svolge professionalmente una determinata attività, si interfaccia un’altra impresa.

Si tratta, quindi, di due soggetti che svolgono istituzionalmente un’attività professionale o imprenditoriale.

Restano al palo le fatture non pagate

Tornando adesso ai dati forniti da Unirec nel suo rapporto, vediamo che ben l’83% del totale montante affidato al recupero  riguarda i crediti relativi alla classe BtoC contro il 17% di BtoB.

Se poi andiamo a vedere il numero di pratiche la percentuale dei BtoC arriva addirittura al 91%. In altre parole, quindi, al settore del credito commerciale tra aziende, restano praticamente le briciole.

In pratica, mentre le imprese del settore bancario, energetico e telefonico fanno ricorso sistematico al recupero crediti, le pratiche che riguardano fatture non saldate occupano una piccola quota di mercato.

Riflessioni conclusive

Alla luce dei dati che abbiamo appena visto si pongono alcune riflessioni.

Innazitutto consideriamo che è fisiologico che il numero di pratiche di recupero crediti verso consumatori siano di più di quelle che riguardano le fatture non pagate tra aziende.

Il motivo è che nel settore BtoC, le imprese bancarie, energetiche e telefoniche assorbono una grandissima quota del mercato del recupero crediti.

Dobbiamo anche considerare che molte delle pratiche di recupero crediti BtoB vengono gestite dal legale di fiducia dell’azienda creditrice. Questo è un dato che, ovviamente, non rientra nell’indagine Unirec che si occupa solo delle pratiche affidate alle società di recupero crediti.

Il valore della prevenzione

Resta il fatto, tuttavia, che le posizioni di recupero crediti commerciali BtoB siano ancora in netta minoranza. Addirittura, dal rapporto Unirec, emerge che negli ultimi anni il trend sia di costante diminuzione delle pratiche BtoB.

La cosa potrebbe apparire strana dato che la stragarande maggioranza delle imprese italiane lamenta difficoltà nell’incassare regolarmente le proprie fatture.

In mancanza di ulteriori riscontri è molto difficile interpretare questi dati e non voglio tirare conclusioni affrettate. Però la sensazione è che le aziende italiane, finalmente, stiano attuando adeguate politiche di tutela preventiva del credito.

Secondo il principio per cui è meglio prevenire che curare, una adeguata strategia di prevenzione, attuata con la consulenza di professionisti esperti, riduce sensibilmente il rischio di insoluti e offre maggiori strumenti di tutela in caso ci sia da attivare il recupero del credito.

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